CTCM - COMUNICATO
STAMPA
La passerella
dell’inchiesta s’è chiusa: ora si pensi
a proteggere i crinali!
Sull’Udienza Pubblica
relativa al progetto eolico Monte Giogo di Villore. 27.8.2020
Abbiamo
atteso finora perché abbiamo voluto
verificare dove ci avrebbero portato gli strumenti predisposti dalla Regione
per garantire – nelle decorose intenzioni - Rispetto e Tutela dei diritti del
territorio, del bene comune, di fronte alle proposte di imprenditori AMICI
DELL’EOLICO che mirano ai loro affari. La transizione all’energia verde è un
pretesto, lo dimostra il Gran Premio di F1: gli sprechi non vengono arginati ma
incrementati – continuano le celebrazioni della tirannia consumista, avanza la
cementificazione e la distruzione della Terra.
La
delusione – annunciata da chi aveva
esperienze in merito e confermata dai resoconti della stampa e di chi ha
partecipato all’inchiesta – è stata
immediata, già dalla prima seduta, e fino all’ultimo nulla è cambiato: ci sono stati
momenti comici, degni di una farsa, che sarebbe bello poter rivedere con gli
amici in allegria (sempre che le registrazioni vengano messe a disposizione del
pubblico). Altri purtroppo tragici: quell’Inchiesta che avrebbe dovuto fare
chiarezza sulle mille carenze del progetto si è trasformata in un’imbarazzante
passerella di clientele, reticenze, interessi privati, tentativi di sviamento e
minacce di querela, tutto messo accuratamente in atto nell’osservanza della
legalità (la presidentessa è docente di Diritto, mica per nulla!) e delle
condizioni imposte dal COVID: non una riunione si è svolta in presenza, e nessuno
ha potuto interrompere il fiume di formule burocratiche che per ore e ore e ore
ha continuato a riversarsi nelle orecchie dei circa cento cittadini in ascolto,
fino a tarda notte - per partorire cosa? Ogni richiesta di rinvio o di maggiore
apertura è stata rifiutata, e la comunicazione è stata sempre ed esclusivamente
via internet. Davvero un ottimo banco di prova di quel che ci aspetta: la tanto
paventata discriminazione tecnologica è già tra noi, le nuove tecnologie sono
perfettamente integrate e attive.
Ma
i giochi non sono fatti, come
qualcuno vorrebbe: questo dell’Inchiesta era un preambolo forse non necessario,
ma è risultato estremamente utile per chiarire schieramenti e squadre in campo,
perché in realtà tutto si deve ancora “giocare”.
Non a
caso gli AMICI DEI CRINALI sono molti
e avveduti, e non si sono fatti distrarre: hanno presentato alla Regione
montagne di Osservazioni di grandissimo peso. Ottimi cittadini, animati dal
solo senso civico (e non da quello del quattrino!), gruppi locali (associazioni
tra le più diverse, ma col cuore sul territorio) ed enti di rilevanza nazionale (CAI, Italia
Nostra, WWF, LIPU, Federcaccia, ecc.), singole famiglie (donne, uomini, anziani,
bambini).
Non a
caso l’inchiesta non ha potuto evitare
di accogliere le osservazioni dei nostri Amici: mentre dalle tante comparse
prezzolate che abbiamo visto sfilare le risposte offerte sulle vere criticità,
sugli aspetti geologici, idrologici, anemometrici, sollevate e ripetutamente
presentate, sono state superficiali e generiche.
Non a
caso abbiamo continuato a incontrare
la popolazione, lottando con lockdown e amministrazioni poco
disponibili, attivandoci con le nostre passeggiate sui crinali, con assemblee
settimanali aperte a tutti in presenza o a distanza (quando non era possibile
fare diversamente), con i banchini in piazza, volantini e proteste sempre civili, confrontandoci con tutti sui media e
faccia a faccia, con i mezzi di comunicazione (grazie!) e con i politici locali.
Ora
AGSM (la ditta che vuole mungere QUATTRINI DAL VENTO sulle
nostre teste) avrà un mese di tempo per decidere se abbandonare il progetto
oppure chiedere 180 gg per integrare quegli aspetti che in esso sono stati
evidenziati come LACUNOSI dal nostro lavoro (e che loro NON AVEVANO
CONSIDERATO!), perché riconosciuti DALLA REGIONE NELLE SUE RICHIESTE DI
INTEGRAZIONI.
Consigliamo
caldamente ad AGSM di ritirarsi,
perché confermiamo la nostra resistenza: l’opposizione all’impianto Monte
Giogo di Villore è pronto per diventare un caso nazionale, e forse anche
internazionale. In questi 9 mesi ci siamo chiariti le idee, abbiamo
affinato i nostri strumenti e abbiamo
capito l’orrore che ci aspetta e siamo più che mai convinti che questa non sia
la strada giusta verso un comportamento meno distruttivo e più rispettoso del Pianeta.
Perché un
caso nazionale? Si è parlato di 8000 km di pale eoliche da costruire in
Italia. E tutte le altre soluzioni energetiche alternative, meno impattanti,
che fine fanno? Si lasciano perdere? Naturale! La corsa all’eolico, con i fondi
europei promessi, è diventata una corsa all’oro, scatena gli impulsi più
selvaggi del neoliberismo, in una lotta senza esclusioni di colpi ai danni
dell’ambiente e delle persone che ci vivono. A chi viene lasciata la gestione?
All’arrembaggio delle solite ditte che lotteranno per prevalere una sull’altra
e accaparrarsi questo o quel territorio? Dove sono gli Enti Locali? Dove sono
le Regioni? Vediamo quel che sta accadendo in Calabria, in Basilicata e in
Sardegna, ma non solo, la minaccia si allarga a tutto il crinale appenninico. Perché
non c’è un chiaro piano energetico nazionale? E perché alla popolazione viene
detto poco o nulla di quel che l’attende? Nello specifico: non dovrebbe
essere la Regione l’ente politico per eccellenza di gestione del territorio? Non spetterebbe a
lei la pianificazione affinché tutto non diventi un Far West? L’abbiamo visto
nell’inchiesta: non è coi grandi numeri che ci devono rispondere. I grandi
numeri servono solo come cortina dietro cui nascondersi. Si conta sul loro potere
persuasivo, e vengono usati da tutti coloro che sono a corto di argomenti, o
che aspirano a carriere politiche. Una pseudo-politica, purtroppo, prona e
succube di un potere economico sempre più autoritario e pervasivo, che mira
alla manipolazione delle persone inibendo i loro veri e profondi desideri e
sostituendoli con alternative addomesticate calate dall’alto, divertimentifici
vari.
I grandi numeri giocano a fuorviare il
discorso adducendo la scusa che non c’è più tempo e che il crinale si deve
sacrificare, così come la libertà individuale. Ma è un discorso falso e
pericoloso, perché giustifica tutto, ogni abuso e illegalità. Con tutto questo il
mondo degli affari va a nozze: non aspettava che questo, l’apocalisse
incombente, per considerare ogni territorio buono per i propri interessi. È un
gioco feroce, un gioco al massacro, dove invece di armi da fuoco si usa l’arma
ben più sottile del condizionamento psicologico, che mira a creare una vera
servitù volontaria.
Attaccare il crinale Villore-Corella è un
sintomo di questa malattia mortale, che da tempo ha infettato l’essere umano:
non riuscire a riconoscere i propri limiti e credersi onnipotenti, non distinguere
ciò che si può fare da ciò che non si deve fare. Questo atteggiamento è tipico
di un individuo geneticamente, o meglio: economicamente modificato, che ragiona
solo in base al profitto e non vuole capire che di fronte alla realtà deve
cadere ogni calcolo: c’è solo da fermarsi, ammirare, e comprendere i limiti dei
nostri bisogni.
PER QUESTO NOI CONTINUEREMO
LA NOSTRA BATTAGLIA
CONTRO LA FALSA
TRANSIZIONE ENERGETICA CHE NEL VERDE VEDE SOLO DENARO
CTCM, Dicomano-Vicchio, 27 agosto
2020
Comitato per la Tutela dei Crinali
Mugellani, fb: crinaliliberi,
mail: crinaliliberi@gmail.com